Ing. Paolo Caccia Dominioni

(1898-1988)

 Figlio del milanese Carlo (un diplomatico impegnatissimo all'estero) e della milanese Bianca Cusani Confalonieri, Paolo, conte di Sillavengo, nasce il 14 maggio 1898 a Nerviano. 

Si arruola volontario nella Prima guerra mondiale. Come sottotenente del Genio ha il battesimo del fuoco nella battaglia per la presa di Gorizia, si guadagna la prima Medaglia di bronzo sull'Isonzo, combatte sul Carso e poi, dopo Caporetto, sul fronte della Valsugana. A vent'anni ha già tre decorazioni al valore.

Tornato alla vita civile, si laurea in ingegneria. Nel 1924 assieme ad amici stranieri apre uno studio di ingegneria al Cairo.

 

 Realizza in quegli anni:

· la sede dell'Ambasciata italiana del Cairo (a Garden City);

· il Padiglione chirurgico dell'Ospedale italiano Umberto I° del Cairo (nel 1930);

· l'adattamento e sistemazione della nuova Scuola tecnico-commerciale in uno stabile preesistente di via Champollion al Cairo;

· l'approntamento delle gallerie destinate all'annesso Museo Merceologico;

· nel 1931 crea la nuova facciata e procede alla ristrutturazione interna del Palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà;

· nel 1935, quando s'avvia la campagna d'Eritrea, è a Beirut impegnato in una serie di lavori progettati e diretti dal suo studio del Cairo.

 

Viene richiamato in servizio. Ha un ruolo di primo piano nelle operazioni in Etiopia, guadagnandosi un'altra decorazione.

 

Nel 1938 progetta l'Istituto femminile Ernesto Schiapparelli e nel 1939 lo troviamo ad Ankara dove dirige i lavori della costruzione dell'Ambasciata italiana da lui progettata.

 

Ad impegno concluso si arruola nuovamente come volontario. Chiede di essere assegnato ad una nuova specialità del Genio, i guastatori, destinati a operare in primissima linea. Viene assegnato al 30° Battaglione Guastatori del Genio alpino ed in seguito, designato comandante del leggendario 31° Guastatori che ha già conquistato Tobruk e che parteciperà con valore alla grande Battaglia di El-Alamein. Tornato in Italia, entra a far parte della Resistenza dalla quale emerge con una ferita inguaribile e con l'esperienza di due carcerazioni.

.Dopo innumerevoli vicissitudini, ritorna in Africa nel 1949 e inizia un'opera ciclopica durata 14 anni per recuperare le salme dei caduti, ordinarle, dare loro un nome quando possibile e infine, portarle nel Sacrario che lui stesso progetta.

 

 

Di forma ottagonale, rivestito di marmo di Carrara, il Sacrario raccoglie le salme di oltre 5000 caduti italiani di cui più di 2000 ignoti. La parete di fondo che ospita la galleria degli Ignoti è aperta verso il mare, verso l'Italia.

Ingegnere, architetto, scrittore, illustratore, Paolo Caccia Dominioni è sopratutto è un soldato. Terminata la sua missione nel deserto si ritira, isolandosi, nell'estremo lembo d'Italia, a Santa Maria di Leuca dove muore all'età di novant'anni.

I suoi libri:

1915-1919 sulla Prima guerra mondiale;

Alamein 1933-1962, a cui venne assegnato il Premio Bancarella;

Takfir, scritto a due mani con Giuseppe Izzo;

Ragazzi della Folgore, con Alberto Bechi Luserna;

Alpino alla macchia: cronache di latitanza;

Casa del perduto amore;

La frana del San Matteo: saga in Mar Rosso, 1889-1890