L'INTERNAMENTO DEGLI ITALIANI IN EGITTO

durante la Seconda Guerra Mondiale

 

Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Un ora dopo il governo egiziano è costretto dalla Gran Bretagna ad adottare un piano d'emergenza contro gli italiani residenti in Egitto, considerati dagli inglesi una possibile "quinta colonna". Il piano comprende:

Malgrado che fra l'Italia e l'Egitto non ci fosse stata una dichiarazione di guerra, il governo egiziano fù costretto ad arrestare e deportare circa ottomila italiani con l'accusa di "very dangerous person". I principali centri di raccolta e smistamento erano: ad Alessandria, le scuole "Littorie" a Shatby e l'ex quarantena di Gabbari; al Cairo, le scuole "G. Garibaldi" di Bulacco; a Porto Said, il campo militare di Moascar. I campi di concentramento permanenti furono quelli di Fayed, di Embabeh, di Bulacco, di Tantah e di Mansurah per le donne. I medici, i sacerdoti ed i tecnici utili al governo trascorsero l'internamento in "domicilio coatto" nelle località sedi della loro attività.

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