Arch. Antonio Lasciac bey

1856 - 1946

Nasce a Gorizia, studia al Politecnico di Vienna. Poi si perfeziona a Roma, allora dominata dall'eclettismo e, nel successivo soggiorno a Napoli entra in contatto con i primi fermenti del liberty.

  • A Roma progetta il Tempio israelitico e diverse case d'abitazione.
  • A Collalto Sabino cura il restauro del castello medievale.
  • A Torino costruisce una scuola.
  • A Perugia progetta la villa Barbiellini. 

 

Ha 26 anni quando, nel 1882 viene chiamato ad Alessandria d'Egitto per realizzare la galleria monumentale Menasce su modello della galleria milanese del Mengoni. La stessa impronta, sollecitata da motivi esotici, caratterizza anche la Stazione ferroviaria di Ramleh, oggi demolita.

Nel 1886 rientra a Roma dove lavora al progetto di un palazzo in piazza Colonna impostato ancora sullo stile eclettico. Disegna anche le rampe d'accesso allo scalone di Palazzo Venezia e la facciata di una chiesa episcopale adottando stilemi neo-gotici. La notorietà acquisita gli vale la nomina a socio dell'Accademia di San Luca.

Torna in Egitto nel 1897 stabilendosi al Cairo e dando l'avvio ad una intensa attività sulla linea di un linguaggio floreale decisamente acquisito. Le suggestioni turco-arabe-egiziane, innestate su motivi classici europei, assumono un fascino intenso.

Viene nominato, nel 1907, architetto capo dei palazzi khediviali e riceve la carica onorifica di bey.

Rientrato a Gorizia, nel 1909, vuole fissare il ricordo e la nostalgia della sua esperienza orientale, che gli era rimasta nell'animo come una malattia dolcissima, in una villa progetta e costruita per sè sul colle del Rafut, ora in territorio jugoslavo.

Nell'imminenza dello scoppio della Ia guerra mondiale, torna a Roma dove disegna un piano regolatore di Gorizia definito un piccolo capolavoro. Negli anni del dopoguerra l'attività di progettista si attenua per far posto ad altri interessi: la storia, la poesia, la musica, la raccolta di oggetti rari.

Lo scoppio della IIa guerra mondiale lo sorprende a Gorizia dove solitamente trascorreva l'estate. Alla fine del conflitto non sa resistere al desiderio di rivedere l'Egitto. Nel settembre del 1946, novantenne, stanco, malato, tormentato dalla nostalgia africana, torna al Cairo dove muore due mesi dopo.

Antonio Lasciac riposa nel cimitero latino del Cairo dove la sua tomba, disadorna, porta scritto soltanto il suo cognome.

 


Le sue opere

 

Ad Alessandria, negli anni 1882-1886, progetta, oltre a quanto già elencato:

 

  • un complesso di edifici per appartamenti in via Sherif, i primi di Alessandria che comprendessero tutti i comforts moderni;
  • Villa Mazloum Pascià nel quartiere di Glymenopoulos, il cui salotto viene decorato in stile islamico da G. Jacovelli;
  • l'edificio per appartamenti "Casa Primi" situato su Piazza Mohammed Ali, oggi demolito;
  • la Villa Laurens nel quartiere di Ramleh, oggi sede di una scuola elementare;
  • la Palazzina Aghion, attuale sede del giornale Al Ahram, all'angolo di via Rosette e la via Nabi Daniel

 

 

 

 

 

 

 

 

Le sue opere al Cairo, progettate tra il 1897 e il 1939, sono:
  • il palazzo Suarez;
  • la residenza del principe Said Halim (1897-1901), attuale scuola in via Champollion;
  • il palazzo Djemil Toussum (1898) in piazza Kasr el-Nil costruito dall'Impresa Calvi-Pilogatti;
  • il palazzo della Daira Djelal Pascià (1900), in via Kantaret el-Decca, dove erano situati, al piano inferiore il fastoso Club dei Quaranta (detto anche Club Lotus) e a quello superiore, gli uffici dell'amministrazione della Daira e due appartamenti. Sorgeva su un area di 1100 mq. I locali del Club erano riccamente decorati, sia con intagli artistici in legno della rinomata Ditta Flli Jacovelli del Cairo, sia con inferriate di ottima fattura, sia con decorazioni alle pareti e ai soffitti.
  • il Haremlik del principe Ibrahim Hilmy (1901), di 2000 mq a pianta quadrata. La scala di forma ellittica, è staccata dalla facciata. Posteriormente alla scala è disposto un giardino d'inverno aperto al piano. Attualmente il palazzo è occupato dal Rettorato dell'Università di Ain Sciams, nel quartiere di Abbassiyeh;
  • il Villino della Daira Djelal Pascià (1901), situato nel quartiere di Bulacco, venne affittato al R. Consolato d'Italia, il quale vi stabilì le scuole femminili italiane.
  • il Salamlik del Palazzo di Omar Sultan Pascià (1907), situato nel quartiere di Bab el-Louk;

 

Villa Daira Djelal

Ingresso Palazzo Daira Djelal

Villino Daira Djelal

Pianta del Villino Daira Djelal

Banca Misr

Ingresso Banca Misr

Villa principe Yussuf Kamal