Dal necrologio di

CARLO ALFONSO NALLINO

apparso sul "Bulletin de l'Institut d'Egypte", Session 1938-1939


""L'Institut d'Egypte" ha perso uno dei suoi pił anziani membri onorari, il professore Carlo Alfonso Nallino, vice presidente dell'Accademia dei Lincei, docente di civiltą islamica e degli Istituti musulmani dell'Universitą di Roma, membro di numerose accademie e societa' scientifiche dell'Oriente e dell'Occidente. Noi perdiamo uno dei pił grandi eruditi, un orientalista e un'islamista la cui vita e le cui opere furono intimamente legate all'Egitto. (...)

"Nato a Torino il 16 febbraio 1872, figlio di un professore di chimica, Carlo Alfonso Nallino fece i suoi studi alla Facolta' di Lettere dell'Universita' di Torino. Si interesso soprattutto alle lingue semitiche, ma studio anche la geografia, l'astronomia e la giurisprudenza. Egli si distinse presto in tutte queste diverse scienze; fin dal 1893 pubblico' tre lavori importanti sulla geografia e l'astronomia degli Arabi, e lo stesso anno fu inviato in missione speciale al Cairo per perfezionarsi nella lingua araba. Questa missione che duro' fino al maggio del 1894 fu resa possibile da una borsa di studio, e il suo primo frutto fu una grammatica del dialetto popolare egiziano, la migliore del suo genere, che fu pubblicata a Milano nel 1900 e, in seconda edizione, nel 1913.

"Di ritorno dall'Egitto, il giovane Nallino ottenne un'altra missione importante, da parte dell'Osservatorio di Brera, su proposta dei fratelli Schiaparelli che avevano riconosciuto le eminenti qualita' scientifiche del giovane studioso: fu inviato in Spagna per studiare alla Biblioteca dell'Escurial il manoscritto dell'"Introduzione all'Astronomia" di al-Battani, autore arabo del IX secolo, considerato come uno dei fondatori di questa scienza tra i musulmani del Medio Evo. Ne ricavo' un edizione monumentale in tre volumi che lo rese celebre.

"Dal 1896 al 1902 Carlo Alfonso Nallino fu incaricato dei corsi di arabo all'Istituto Orientale di Napoli, poi insegno' dal 1902 al 1913 all'Universita' di Palermo dove ottenne la Cattedra. In questi anni non cesso' di pubblicare numerosi studi riguardanti differenti settori della conoscenza dell'Islam.(.....)

"Fu a quest'epoca che la sua attivita' scientifica attiro' su di lui l'attenzione del principe, futuro re Fuad, il quale lo incarico' nel 1909 di insegnare nella nuova Universita' Egiziana da lui fondata e che porta oggi il suo glorioso nome. Nallino vi tenne nel 1910 una serie di conferenze sulla storia dell'astronomia presso gli Arabi, che raccolse e pubblico' in lingua araba: "'Ilm al-falak", Roma 1911 (...) Nel 1911 e 1912 Nallino insegno' nella stessa Universita' Storia della Letteratura Araba, ed ebbe come allievo il nostro illustre collega, il Dott. Taha Hussein bey. (...)

"Tralasciando l'elenco delle numerose pubblicazioni che produsse il grande orientalista nei suoi anni maturi, diremo qualche parole sui rapporti stretti che mantenne con l'Egitto. Dopo avere trascorso, come abbiamo detto, quattro inverni al Cairo, prima come studente, poi come insegnante, egli fu nuovamente incaricato, nel 1927, docente di lingue semitiche all'Universita' Fuad I°, dove insegno' ogni anni per quattro mesi fino al 1931. Nel 1933 fu nominato, con l'appoggio di re Fuad, membro effettivo dell'Accademia Reale di Lingua Araba del Cairo. (.....)

"Amato e rispettato dagli scienziati egiziani e stranieri, soggiorno' qui per l'ultima volta da gennaio a marzo del 1938, per poi recarsi in Arabia, con il permesso di re Abd al-Aziz ibn Saud. Accompagnato da sua figlia Maria, anche lei orientalista formata sotto la guida di suo padre, egli viaggio' da Geddah fino alle regioni alpine di Taif nell'interno della Penisola arabica, studiando la lingua e i costumi dei suoi abitanti. A maggio torno' a Roma dove riprese i suoi lavori scientifici. Ma lo sforzo che fece questo anno era stato troppo grande per il suo cuore: il 25 luglio si spense improvvisamente per una crisi cardiaca. (...)

"L'Istituto d'Egitto partecipa commosso al lutto della famiglia Nallino, a quello dell'Italia e del mondo degli orientalisti.

Max Meyerhof

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