La Stamperia di Bulacco

 

e la tipografia di Mose' Castelli

 

La fondazione della famosa stamperia di Bulacco, quartiere a nord-ovest del Cairo, che fu la prima tipografia in caratteri arabi in Egitto, è intimamente legata all'Italia.

Nel 1821 il governo di Mohammed Ali aveva inviato un piccolo gruppo di giovani a Milano per apprendervi l'arte tipografica sotto la guida di un libanese Nicola al-Masabki e gia' nel 1822 la prima pubblicazione usci' dalla tipografia: un dizionario italiano-arabo il cui autore era un prete arabista, don Raffaele Zakkur.

Giovanni Battista Brocchi, geologo e paleontologo che la visito', scrisse (1) che vi lavoravano, con un assortimento di caratteri arabi fusi a Milano, su tre torchi tipografici portati dall'Italia, 12 compositori turchi con un proto tedesco, sotto la direzione di al-Masabki.

Quando lo Stato Maggiore egiziano decise di impiantare una stamperia, questa venne affidata ai seguenti italiani: Eugenio Mori bey, Placido Saia, Michele De Paoli e Serafino Limongelli. Nel 1881, in seguito alla decisione di fondere la stamperia di Bulacco con quella dello Stato Maggiore, sorse la "Stamperia Nazionale".

Nella tipografia di Bulacco appresero il mestiere l'anarchico Pietro Vasai e Mose' Castelli. Il primo svolse in seguito molte attivita' politiche e sociali, come la fondazione dell'Assistenza Pubblica, mentre Mose' Castelli invece prosegui' nell'attivita' tipografica. Di lui si sa che nacque a Firenze nel 1816 e che parti' per l'Egitto nel 1832. Sposo' un'italiana nata in Egitto, a Rosetta, ed ebbe 8 figli. Visse nel moderno quartiere periferico di al-Matarryeh. Mori' nel 1884.

La tipografia di Mose' Castelli, situata nel quartiere di Faggalah, e denominata "Matba'at Kastilli" o "al-Kastilliyyah", stampo' in arabo una grandissima quantita' di libri: dalla raccolta dei Hadith di Bukhari e di quelli di al-Muslim, ai trattati di fiqh, al diritto malikita, a quello shafi'ita, ai commenti al Corano, alle opere dei sufi, ecc. Nel 1869 egli fece dono di circa 200 pubblicazioni uscite dalla sua tipografia al re Vittorio Emanuele II, il quale per questo atto lo creo' Cavaliere della Corona d'Italia. Dette pubblicazione venivano destinate l'anno seguente alla Biblioteca Nazionale di Firenze, assieme al dono del Vicere' d'Egitto al governo italiano di una parte dei volumi di Bulacco mandati all'Esposizione Universale di Parigi.

 

Dopo la morte di Mose' Castelli, l'attivita' tipografica fu continuata dal figlio Leone che la cedette nel 1902 a Luigi Vasai il quale, verso il 1914, la cedette a sua volta a degli egiziani, che a un certo momento la chiusero.


(1) "Giornale delle osservazioni fatte nei viaggi in Egitto, nella Siria e nella Nubia" (Bassano, 1840)

vedi anche: Abu al-Futuh al-Ridwan, "Tarikh matb3a Bulaq" (Cairo, 1953)

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