Frequenta la "Baracca Rossa",
un ritrovo internazionale di anarchici, che ha il
fervente organizzatore in Enrico Pea,
versiliese, trasferito a lavorare in Egitto. Viene
organizzata dalla "Baracca Rossa" un'azione per
liberare i marinai russi dell'incrociatore
Potiomkin, ammutinati nel porto di Alessandria e
arrestati. (la nave russa si trovava nel
Mediterraneo per portare soccorso ai terremotati di
Messina). Anche Ungaretti viene processato, presso
il Consolato d'Italia in base alle leggi delle
Capitolazioni:
ci fu poi un'assoluzione generale.
Toccherà il suolo
italiano nel 1912, ormai ventiquattrenne, dopo
averlo lungamente sognato e amato attraverso i
racconti dei familiari. Dopo anni di "deserto", di
paesaggio senza confini, approda in Europa come in
una terra promessa. La Patria e la Storia
rappresentano dunque per l'emigrato una conquista,
e forse solo da questo nomade in cerca delle
proprie radici potevano scaturire le parole
esenziali della nuova poesia. Sbarca a Brindisi,
vede rapidamente Roma, si ferma un poco a Firenze e
nell'autunno è a Parigi.
Frequenta i caffè
letterari di Parigi, conosce Léger,
Apollinaire. E' in contatto con Severini, Braque,
Soffici. Conosce Picasso, Modigliani, De Chirico.
Frequenta l'università, a lettere. Muove i
primi passi a fianco dell'Avanguardia, ma a
differenza dell'altisonante e protestatario
movimento
futurista, Ungaretti
non si limita al gesto negativo: per lui la parola
è nuova se sa recuperare "la lunga,
millenaria serie di sforzi verso l'espressione"
Nel 1914 rientra in Italia
per prendere un titolo di studio: l'abilitazione
all'insegnamento della lingua francese. E' il
periodo della campagna interventista: Ungaretti
partecipa attivamente alla campagna facendo comizi.
Ha noie con la polizia: è arrestato. Supera
l'esame, insegna a Milano: è ormai in attesa
del richiamo alle armi, non può più
rientrare in Egitto.
Nel dicembre 1915 è al
fronte. Trascorre l'intero 1916 tra prima linea e
retrovie. Scrive "Il Porto sepolto". Nel
1918 il suo reggimento viene trasferito in Francia.
Giunge a Parigi in concomitanza con l'armistizio.
Lavora come giornalista. Vallecchi pubblica i suoi
libri. Si sposa il 3 giugno 1920 con Anne Jeanne
Dupoix, francese di Clermont Ferrand.
Nel 1920 rientra in Italia e
si stabilisce a Roma: ha un incarico presso
l'ufficio stampa del Ministero degli Esteri. La
moglie insegna francese. Frequenta il Caffè
Aragno. L'anno 1928 è quello della piena
conversione
alla religione cattolica, dopo un periodo passato a
Subiaco nella settimana di Pasqua. Ungaretti ha
quarant'anni
Nel 1932 riceve il primo
riconoscimento ufficiale: il premio del Gondoliere
assegnato a Venezia. Quattr'anni dopo è
invitato a insegnare letteratura italiana
all'Università di San Paolo del Brasile. Lo
accetta anche in funzione delle condizioni
economiche che gli sono proposte e che, finalmente,
consentono un certo benessere alla sua famiglia.
Nel 1942 è costretto a rientrare in patria,
dopo l'entrata in guerra, anche del Brasile contro
l'Asse. E' nominato Accademico d'Italia e gli viene
conferito un insegnamento universitario a Roma per
"chiara fama"
Dopo la guerra è
sottoposto a procedimenti di epurazione: nessun
addebito da muovergli. L'insegnamento
all'Università gli viene confermato, e nel
1949 riceve il premio Roma per la poesia. E' eletto
nel 1962, presidente della Comunità europea
degli scrittori, tiene un ciclo di lezioni alla
Columbia University di New York, riceve il premio
internazionale di poesia Etna-Taormina
In occasione degli
ottant'anni riceve solenni onoranze da parte del
Governo Italiano. A 82 anni torna negli USA per
ricevere un premio all'Università di
Oklahoma. A New York si ammala. Rientra in Italia e
si stabilisce per curarsi a Salsomaggiore. Muore
all'improvviso a Milano la notte del 1° giugno
1970.
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